Presentiamo il caso di un paziente di 80 anni con quadro clinico di afasia di Broca. Come fattori di rischio CV presentava ipertensione arteriosa, DM di tipo II, IRC in stadio IIIb e vasculopatia periferica. Anamnesi remota: FA persisitente in terapia anticoagulante orale con Warfarin e portatore di protesi valvolare aortica biologica. Il tempo in range terapeutico della TAO era sempre risultato adeguato. Veniva eseguita, nel sospetto di ictus cerebri, TC encefalo che documentava: lesione ischemica di recente insorgenza in corrispondenza della regione temporale media superiore sinistra complicata da soffusione ematica subaracnoidea omo-sede. Successivamente si assisteva a recidiva di suddetta sintomatologia: al controllo TC evidenza di nuova lesione ischemica acuta omo-sede. Veniva quindi posta diagnosi di ictus ischemico recidivante a sede temporale sinistra. Nel sospetto di un’origine cardio-embolica degli eventi cerebro-vascolari, veniva posta indicazione a studio dell’aorta e delle cavità cardiache. Alla luce della presenza di IRC e della riferita allergia al mezzo di contrasto iodato (con reazione angioedema-like) si decideva per eseguire in prima battuta ecocardiogragia transesofagea (ETE). Tale esame documentava una dilatazione sacciforme, di natura pseudo-aneurismatica con partenza a circa 2 cm dal piano valvolare, caratterizzata da apposizione trombotica peduncolata, mobile, adesa al colletto interno, aggettante nella cavità psueudo-aneurismatica (Fig. 1). Tale reperto veniva confermato e meglio caratterizzato con l’aiuto della metodica 3D ETE (Fig. 2 2). Pertanto veniva richiesta una TC con mdc, per confermare e meglio caratterizzare l’estensione dei reperto in ottica di eventuale planning chirurgico. L’esecuzione della TC con mdc, dopo attenta preparazione con protocollo per la prevenzione del danno renale e premedicazione con antistaminico e cortisone, confermava il reperto di pseudo-aneurisma, ma la presenza al suo interno dell’apposizione trombotica peduncolata risultava essere meno definita se comparata con la metodica ETE (data la risoluzione temporale maggiore dell’ecografia) (Fig. 3). Il caso veniva dunque discusso in Heart Team e si decideva di programmare intervento chirurgico di esclusione dello pseudo-aneurisma. Conclusione: L’imaging multimodale è stato decisivo nel presente caso, per diagnosticare e confermare la presenza di pseudoaneurisma dell'aorta ascendente complicato da apposizione trombotica.
Presentiamo il caso di un paziente di 80 anni con quadro clinico di afasia di Broca. Come fattori di rischio CV presentava ipertensione arteriosa, DM di tipo II, IRC in stadio IIIb e vasculopatia periferica. Anamnesi remota: FA persisitente in terapia anticoagulante orale con Warfarin e portatore di protesi valvolare aortica biologica. Il tempo in range terapeutico della TAO era sempre risultato adeguato. Veniva eseguita, nel sospetto di ictus cerebri, TC encefalo che documentava: lesione ischemica di recente insorgenza in corrispondenza della regione temporale media superiore sinistra complicata da soffusione ematica subaracnoidea omo-sede. Successivamente si assisteva a recidiva di suddetta sintomatologia: al controllo TC evidenza di nuova lesione ischemica acuta omo-sede. Veniva quindi posta diagnosi di ictus ischemico recidivante a sede temporale sinistra. Nel sospetto di un’origine cardio-embolica degli eventi cerebro-vascolari, veniva posta indicazione a studio dell’aorta e delle cavità cardiache. Alla luce della presenza di IRC e della riferita allergia al mezzo di contrasto iodato (con reazione angioedema-like) si decideva per eseguire in prima battuta ecocardiogragia transesofagea (ETE). Tale esame documentava una dilatazione sacciforme, di natura pseudo-aneurismatica con partenza a circa 2 cm dal piano valvolare, caratterizzata da apposizione trombotica peduncolata, mobile, adesa al colletto interno, aggettante nella cavità psueudo-aneurismatica (Fig. 1). Tale reperto veniva confermato e meglio caratterizzato con l’aiuto della metodica 3D ETE (Fig. 2 2). Pertanto veniva richiesta una TC con mdc, per confermare e meglio caratterizzare l’estensione dei reperto in ottica di eventuale planning chirurgico. L’esecuzione della TC con mdc, dopo attenta preparazione con protocollo per la prevenzione del danno renale e premedicazione con antistaminico e cortisone, confermava il reperto di pseudo-aneurisma, ma la presenza al suo interno dell’apposizione trombotica peduncolata risultava essere meno definita se comparata con la metodica ETE (data la risoluzione temporale maggiore dell’ecografia) (Fig. 3). Il caso veniva dunque discusso in Heart Team e si decideva di programmare intervento chirurgico di esclusione dello pseudo-aneurisma. Conclusione: L’imaging multimodale è stato decisivo nel presente caso, per diagnosticare e confermare la presenza di pseudoaneurisma dell'aorta ascendente complicato da apposizione trombotica.
Presentiamo il caso di un paziente di 80 anni con quadro clinico di afasia di Broca. Come fattori di rischio CV presentava ipertensione arteriosa, DM di tipo II, IRC in stadio IIIb e vasculopatia periferica. Anamnesi remota: FA persisitente in terapia anticoagulante orale con Warfarin e portatore di protesi valvolare aortica biologica. Il tempo in range terapeutico della TAO era sempre risultato adeguato. Veniva eseguita, nel sospetto di ictus cerebri, TC encefalo che documentava: lesione ischemica di recente insorgenza in corrispondenza della regione temporale media superiore sinistra complicata da soffusione ematica subaracnoidea omo-sede. Successivamente si assisteva a recidiva di suddetta sintomatologia: al controllo TC evidenza di nuova lesione ischemica acuta omo-sede. Veniva quindi posta diagnosi di ictus ischemico recidivante a sede temporale sinistra. Nel sospetto di un’origine cardio-embolica degli eventi cerebro-vascolari, veniva posta indicazione a studio dell’aorta e delle cavità cardiache. Alla luce della presenza di IRC e della riferita allergia al mezzo di contrasto iodato (con reazione angioedema-like) si decideva per eseguire in prima battuta ecocardiogragia transesofagea (ETE). Tale esame documentava una dilatazione sacciforme, di natura pseudo-aneurismatica con partenza a circa 2 cm dal piano valvolare, caratterizzata da apposizione trombotica peduncolata, mobile, adesa al colletto interno, aggettante nella cavità psueudo-aneurismatica (Fig. 1). Tale reperto veniva confermato e meglio caratterizzato con l’aiuto della metodica 3D ETE (Fig. 2 2). Pertanto veniva richiesta una TC con mdc, per confermare e meglio caratterizzare l’estensione dei reperto in ottica di eventuale planning chirurgico. L’esecuzione della TC con mdc, dopo attenta preparazione con protocollo per la prevenzione del danno renale e premedicazione con antistaminico e cortisone, confermava il reperto di pseudo-aneurisma, ma la presenza al suo interno dell’apposizione trombotica peduncolata risultava essere meno definita se comparata con la metodica ETE (data la risoluzione temporale maggiore dell’ecografia) (Fig. 3). Il caso veniva dunque discusso in Heart Team e si decideva di programmare intervento chirurgico di esclusione dello pseudo-aneurisma. Conclusione: L’imaging multimodale è stato decisivo nel presente caso, per diagnosticare e confermare la presenza di pseudoaneurisma dell'aorta ascendente complicato da apposizione trombotica.
Presentiamo il caso di un paziente di 80 anni con quadro clinico di afasia di Broca. Come fattori di rischio CV presentava ipertensione arteriosa, DM di tipo II, IRC in stadio IIIb e vasculopatia periferica. Anamnesi remota: FA persisitente in terapia anticoagulante orale con Warfarin e portatore di protesi valvolare aortica biologica. Il tempo in range terapeutico della TAO era sempre risultato adeguato. Veniva eseguita, nel sospetto di ictus cerebri, TC encefalo che documentava: lesione ischemica di recente insorgenza in corrispondenza della regione temporale media superiore sinistra complicata da soffusione ematica subaracnoidea omo-sede. Successivamente si assisteva a recidiva di suddetta sintomatologia: al controllo TC evidenza di nuova lesione ischemica acuta omo-sede. Veniva quindi posta diagnosi di ictus ischemico recidivante a sede temporale sinistra. Nel sospetto di un’origine cardio-embolica degli eventi cerebro-vascolari, veniva posta indicazione a studio dell’aorta e delle cavità cardiache. Alla luce della presenza di IRC e della riferita allergia al mezzo di contrasto iodato (con reazione angioedema-like) si decideva per eseguire in prima battuta ecocardiogragia transesofagea (ETE). Tale esame documentava una dilatazione sacciforme, di natura pseudo-aneurismatica con partenza a circa 2 cm dal piano valvolare, caratterizzata da apposizione trombotica peduncolata, mobile, adesa al colletto interno, aggettante nella cavità psueudo-aneurismatica (Fig. 1). Tale reperto veniva confermato e meglio caratterizzato con l’aiuto della metodica 3D ETE (Fig. 2 2). Pertanto veniva richiesta una TC con mdc, per confermare e meglio caratterizzare l’estensione dei reperto in ottica di eventuale planning chirurgico. L’esecuzione della TC con mdc, dopo attenta preparazione con protocollo per la prevenzione del danno renale e premedicazione con antistaminico e cortisone, confermava il reperto di pseudo-aneurisma, ma la presenza al suo interno dell’apposizione trombotica peduncolata risultava essere meno definita se comparata con la metodica ETE (data la risoluzione temporale maggiore dell’ecografia) (Fig. 3). Il caso veniva dunque discusso in Heart Team e si decideva di programmare intervento chirurgico di esclusione dello pseudo-aneurisma. Conclusione: L’imaging multimodale è stato decisivo nel presente caso, per diagnosticare e confermare la presenza di pseudoaneurisma dell'aorta ascendente complicato da apposizione trombotica.
Presentiamo il caso di un paziente di 80 anni con quadro clinico di afasia di Broca. Come fattori di rischio CV presentava ipertensione arteriosa, DM di tipo II, IRC in stadio IIIb e vasculopatia periferica. Anamnesi remota: FA persisitente in terapia anticoagulante orale con Warfarin e portatore di protesi valvolare aortica biologica. Il tempo in range terapeutico della TAO era sempre risultato adeguato. Veniva eseguita, nel sospetto di ictus cerebri, TC encefalo che documentava: lesione ischemica di recente insorgenza in corrispondenza della regione temporale media superiore sinistra complicata da soffusione ematica subaracnoidea omo-sede. Successivamente si assisteva a recidiva di suddetta sintomatologia: al controllo TC evidenza di nuova lesione ischemica acuta omo-sede. Veniva quindi posta diagnosi di ictus ischemico recidivante a sede temporale sinistra. Nel sospetto di un’origine cardio-embolica degli eventi cerebro-vascolari, veniva posta indicazione a studio dell’aorta e delle cavità cardiache. Alla luce della presenza di IRC e della riferita allergia al mezzo di contrasto iodato (con reazione angioedema-like) si decideva per eseguire in prima battuta ecocardiogragia transesofagea (ETE). Tale esame documentava una dilatazione sacciforme, di natura pseudo-aneurismatica con partenza a circa 2 cm dal piano valvolare, caratterizzata da apposizione trombotica peduncolata, mobile, adesa al colletto interno, aggettante nella cavità psueudo-aneurismatica (Fig. 1). Tale reperto veniva confermato e meglio caratterizzato con l’aiuto della metodica 3D ETE (Fig. 2 2). Pertanto veniva richiesta una TC con mdc, per confermare e meglio caratterizzare l’estensione dei reperto in ottica di eventuale planning chirurgico. L’esecuzione della TC con mdc, dopo attenta preparazione con protocollo per la prevenzione del danno renale e premedicazione con antistaminico e cortisone, confermava il reperto di pseudo-aneurisma, ma la presenza al suo interno dell’apposizione trombotica peduncolata risultava essere meno definita se comparata con la metodica ETE (data la risoluzione temporale maggiore dell’ecografia) (Fig. 3). Il caso veniva dunque discusso in Heart Team e si decideva di programmare intervento chirurgico di esclusione dello pseudo-aneurisma. Conclusione: L’imaging multimodale è stato decisivo nel presente caso, per diagnosticare e confermare la presenza di pseudoaneurisma dell'aorta ascendente complicato da apposizione trombotica.
Presentiamo il caso di un paziente di 80 anni con quadro clinico di afasia di Broca. Come fattori di rischio CV presentava ipertensione arteriosa, DM di tipo II, IRC in stadio IIIb e vasculopatia periferica. Anamnesi remota: FA persisitente in terapia anticoagulante orale con Warfarin e portatore di protesi valvolare aortica biologica. Il tempo in range terapeutico della TAO era sempre risultato adeguato. Veniva eseguita, nel sospetto di ictus cerebri, TC encefalo che documentava: lesione ischemica di recente insorgenza in corrispondenza della regione temporale media superiore sinistra complicata da soffusione ematica subaracnoidea omo-sede. Successivamente si assisteva a recidiva di suddetta sintomatologia: al controllo TC evidenza di nuova lesione ischemica acuta omo-sede. Veniva quindi posta diagnosi di ictus ischemico recidivante a sede temporale sinistra. Nel sospetto di un’origine cardio-embolica degli eventi cerebro-vascolari, veniva posta indicazione a studio dell’aorta e delle cavità cardiache. Alla luce della presenza di IRC e della riferita allergia al mezzo di contrasto iodato (con reazione angioedema-like) si decideva per eseguire in prima battuta ecocardiogragia transesofagea (ETE). Tale esame documentava una dilatazione sacciforme, di natura pseudo-aneurismatica con partenza a circa 2 cm dal piano valvolare, caratterizzata da apposizione trombotica peduncolata, mobile, adesa al colletto interno, aggettante nella cavità psueudo-aneurismatica (Fig. 1). Tale reperto veniva confermato e meglio caratterizzato con l’aiuto della metodica 3D ETE (Fig. 2 2). Pertanto veniva richiesta una TC con mdc, per confermare e meglio caratterizzare l’estensione dei reperto in ottica di eventuale planning chirurgico. L’esecuzione della TC con mdc, dopo attenta preparazione con protocollo per la prevenzione del danno renale e premedicazione con antistaminico e cortisone, confermava il reperto di pseudo-aneurisma, ma la presenza al suo interno dell’apposizione trombotica peduncolata risultava essere meno definita se comparata con la metodica ETE (data la risoluzione temporale maggiore dell’ecografia) (Fig. 3). Il caso veniva dunque discusso in Heart Team e si decideva di programmare intervento chirurgico di esclusione dello pseudo-aneurisma. Conclusione: L’imaging multimodale è stato decisivo nel presente caso, per diagnosticare e confermare la presenza di pseudoaneurisma dell'aorta ascendente complicato da apposizione trombotica.