Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P101

PROLASSO MITRALICO ARITMICO: IL MAPPAGGIO ELETTROANATOMICO E LA RISONANZA MAGNETICA CARDIACA POSSONO ESSERE AMICI?

L. Piscitelli, C. Pedone, E. Perugini, G. Coutsoumbas, L. Riva, G. Dattolo, V. Carinci, G. Barbato, L. S. Cardelli, G. Casella

BACKGROUND: vi è un aumento di consapevolezza circa l’associazione tra il prolasso valvolare mitralico e la morte cardiaca improvvisa, ma la stratificazione del rischio aritmico è ancora difficile. La disgiunzione anulare mitralica (MAD) è un fattore di rischio riconosciuto per le complicanze aritmiche. Una strategia di imaging multimodale che includa l’ecocardiografia avanzata, la risonanza magnetica cardiaca (RMN) e il mappaggio elettroanatomico, può aiutare a migliorare la stratificazione del rischio e la gestione clinica combinando informazioni anatomiche e funzionali.

RIASSUNTO: descriviamo il caso di una donna di 50 anni senza fattori di rischio cardiovascolari, che lamenta forti palpitazioni da alcuni mesi. L’ecocardiogramma documenta un prolasso valvolare mitralico bilembo con rigurgito mitralico di grado moderato, la presenza di MAD (12 mm a livello della parete inferolaterale) con una funzione sistolica ventricolare normale. L’Holter ECG delle 24 ore rileva un burden elevato (13%) di extrasistoli ventricolari con periodi di bigeminismo ventricolare e tachicardie ventricolari non sostenute. Il test da sforzo mostra una riduzione delle aritmie durante esercizio. La RMN conferma la presenza della MAD ma non evidenzia la presenza di aree di late gadolinium enhancement. Il paziente viene quindi sottoposto ad uno studio elettrofisiologico con mappaggio elettroanatomico (CARTO).  Quest’ultimo evidenzia la presenza di potenziali a basso voltaggio frammentati e ritardati in un’area vicina al muscolo papillare posteriore e all’anello posteriore mitralico. Entrambe le aree sono state target di ablazione endoventricolare con radiofrequenza. Comunque, per il profilo di alto rischio aritmico della paziente si è deciso di sottoporla ad impianto di defibrillatore endocavitario.

DISCUSSIONE: nella stratificazione del rischio aritmico del prolasso mitralico associato alla disgiunzione dell’anello mitralico, la RMN cardiaca può presentare delle limitazioni se è presente fibrosi diffusa o ritmo cardiaco irregolare che possono influire su un’analisi completa e dettagliata. Per questo, il mappaggio elettroanatomico durante lo studio elettrofisiologico può offrire informazioni addizionali complementari che possono migliorare la stratificazione del rischio e il management clinico di questa patologia.BACKGROUND: vi è un aumento di consapevolezza circa l’associazione tra il prolasso valvolare mitralico e la morte cardiaca improvvisa, ma la stratificazione del rischio aritmico è ancora difficile. La disgiunzione anulare mitralica (MAD) è un fattore di rischio riconosciuto per le complicanze aritmiche. Una strategia di imaging multimodale che includa l’ecocardiografia avanzata, la risonanza magnetica cardiaca (RMN) e il mappaggio elettroanatomico, può aiutare a migliorare la stratificazione del rischio e la gestione clinica combinando informazioni anatomiche e funzionali.

RIASSUNTO: descriviamo il caso di una donna di 50 anni senza fattori di rischio cardiovascolari, che lamenta forti palpitazioni da alcuni mesi. L’ecocardiogramma documenta un prolasso valvolare mitralico bilembo con rigurgito mitralico di grado moderato, la presenza di MAD (12 mm a livello della parete inferolaterale) con una funzione sistolica ventricolare normale. L’Holter ECG delle 24 ore rileva un burden elevato (13%) di extrasistoli ventricolari con periodi di bigeminismo ventricolare e tachicardie ventricolari non sostenute. Il test da sforzo mostra una riduzione delle aritmie durante esercizio. La RMN conferma la presenza della MAD ma non evidenzia la presenza di aree di late gadolinium enhancement. Il paziente viene quindi sottoposto ad uno studio elettrofisiologico con mappaggio elettroanatomico (CARTO).  Quest’ultimo evidenzia la presenza di potenziali a basso voltaggio frammentati e ritardati in un’area vicina al muscolo papillare posteriore e all’anello posteriore mitralico. Entrambe le aree sono state target di ablazione endoventricolare con radiofrequenza. Comunque, per il profilo di alto rischio aritmico della paziente si è deciso di sottoporla ad impianto di defibrillatore endocavitario.

DISCUSSIONE: nella stratificazione del rischio aritmico del prolasso mitralico associato alla disgiunzione dell’anello mitralico, la RMN cardiaca può presentare delle limitazioni se è presente fibrosi diffusa o ritmo cardiaco irregolare che possono influire su un’analisi completa e dettagliata. Per questo, il mappaggio elettroanatomico durante lo studio elettrofisiologico può offrire informazioni addizionali complementari che possono migliorare la stratificazione del rischio e il management clinico di questa patologia.BACKGROUND: vi è un aumento di consapevolezza circa l’associazione tra il prolasso valvolare mitralico e la morte cardiaca improvvisa, ma la stratificazione del rischio aritmico è ancora difficile. La disgiunzione anulare mitralica (MAD) è un fattore di rischio riconosciuto per le complicanze aritmiche. Una strategia di imaging multimodale che includa l’ecocardiografia avanzata, la risonanza magnetica cardiaca (RMN) e il mappaggio elettroanatomico, può aiutare a migliorare la stratificazione del rischio e la gestione clinica combinando informazioni anatomiche e funzionali.

RIASSUNTO: descriviamo il caso di una donna di 50 anni senza fattori di rischio cardiovascolari, che lamenta forti palpitazioni da alcuni mesi. L’ecocardiogramma documenta un prolasso valvolare mitralico bilembo con rigurgito mitralico di grado moderato, la presenza di MAD (12 mm a livello della parete inferolaterale) con una funzione sistolica ventricolare normale. L’Holter ECG delle 24 ore rileva un burden elevato (13%) di extrasistoli ventricolari con periodi di bigeminismo ventricolare e tachicardie ventricolari non sostenute. Il test da sforzo mostra una riduzione delle aritmie durante esercizio. La RMN conferma la presenza della MAD ma non evidenzia la presenza di aree di late gadolinium enhancement. Il paziente viene quindi sottoposto ad uno studio elettrofisiologico con mappaggio elettroanatomico (CARTO).  Quest’ultimo evidenzia la presenza di potenziali a basso voltaggio frammentati e ritardati in un’area vicina al muscolo papillare posteriore e all’anello posteriore mitralico. Entrambe le aree sono state target di ablazione endoventricolare con radiofrequenza. Comunque, per il profilo di alto rischio aritmico della paziente si è deciso di sottoporla ad impianto di defibrillatore endocavitario.

DISCUSSIONE: nella stratificazione del rischio aritmico del prolasso mitralico associato alla disgiunzione dell’anello mitralico, la RMN cardiaca può presentare delle limitazioni se è presente fibrosi diffusa o ritmo cardiaco irregolare che possono influire su un’analisi completa e dettagliata. Per questo, il mappaggio elettroanatomico durante lo studio elettrofisiologico può offrire informazioni addizionali complementari che possono migliorare la stratificazione del rischio e il management clinico di questa patologia.BACKGROUND: vi è un aumento di consapevolezza circa l’associazione tra il prolasso valvolare mitralico e la morte cardiaca improvvisa, ma la stratificazione del rischio aritmico è ancora difficile. La disgiunzione anulare mitralica (MAD) è un fattore di rischio riconosciuto per le complicanze aritmiche. Una strategia di imaging multimodale che includa l’ecocardiografia avanzata, la risonanza magnetica cardiaca (RMN) e il mappaggio elettroanatomico, può aiutare a migliorare la stratificazione del rischio e la gestione clinica combinando informazioni anatomiche e funzionali.

RIASSUNTO: descriviamo il caso di una donna di 50 anni senza fattori di rischio cardiovascolari, che lamenta forti palpitazioni da alcuni mesi. L’ecocardiogramma documenta un prolasso valvolare mitralico bilembo con rigurgito mitralico di grado moderato, la presenza di MAD (12 mm a livello della parete inferolaterale) con una funzione sistolica ventricolare normale. L’Holter ECG delle 24 ore rileva un burden elevato (13%) di extrasistoli ventricolari con periodi di bigeminismo ventricolare e tachicardie ventricolari non sostenute. Il test da sforzo mostra una riduzione delle aritmie durante esercizio. La RMN conferma la presenza della MAD ma non evidenzia la presenza di aree di late gadolinium enhancement. Il paziente viene quindi sottoposto ad uno studio elettrofisiologico con mappaggio elettroanatomico (CARTO).  Quest’ultimo evidenzia la presenza di potenziali a basso voltaggio frammentati e ritardati in un’area vicina al muscolo papillare posteriore e all’anello posteriore mitralico. Entrambe le aree sono state target di ablazione endoventricolare con radiofrequenza. Comunque, per il profilo di alto rischio aritmico della paziente si è deciso di sottoporla ad impianto di defibrillatore endocavitario.

DISCUSSIONE: nella stratificazione del rischio aritmico del prolasso mitralico associato alla disgiunzione dell’anello mitralico, la RMN cardiaca può presentare delle limitazioni se è presente fibrosi diffusa o ritmo cardiaco irregolare che possono influire su un’analisi completa e dettagliata. Per questo, il mappaggio elettroanatomico durante lo studio elettrofisiologico può offrire informazioni addizionali complementari che possono migliorare la stratificazione del rischio e il management clinico di questa patologia.BACKGROUND: vi è un aumento di consapevolezza circa l’associazione tra il prolasso valvolare mitralico e la morte cardiaca improvvisa, ma la stratificazione del rischio aritmico è ancora difficile. La disgiunzione anulare mitralica (MAD) è un fattore di rischio riconosciuto per le complicanze aritmiche. Una strategia di imaging multimodale che includa l’ecocardiografia avanzata, la risonanza magnetica cardiaca (RMN) e il mappaggio elettroanatomico, può aiutare a migliorare la stratificazione del rischio e la gestione clinica combinando informazioni anatomiche e funzionali.

RIASSUNTO: descriviamo il caso di una donna di 50 anni senza fattori di rischio cardiovascolari, che lamenta forti palpitazioni da alcuni mesi. L’ecocardiogramma documenta un prolasso valvolare mitralico bilembo con rigurgito mitralico di grado moderato, la presenza di MAD (12 mm a livello della parete inferolaterale) con una funzione sistolica ventricolare normale. L’Holter ECG delle 24 ore rileva un burden elevato (13%) di extrasistoli ventricolari con periodi di bigeminismo ventricolare e tachicardie ventricolari non sostenute. Il test da sforzo mostra una riduzione delle aritmie durante esercizio. La RMN conferma la presenza della MAD ma non evidenzia la presenza di aree di late gadolinium enhancement. Il paziente viene quindi sottoposto ad uno studio elettrofisiologico con mappaggio elettroanatomico (CARTO).  Quest’ultimo evidenzia la presenza di potenziali a basso voltaggio frammentati e ritardati in un’area vicina al muscolo papillare posteriore e all’anello posteriore mitralico. Entrambe le aree sono state target di ablazione endoventricolare con radiofrequenza. Comunque, per il profilo di alto rischio aritmico della paziente si è deciso di sottoporla ad impianto di defibrillatore endocavitario.

DISCUSSIONE: nella stratificazione del rischio aritmico del prolasso mitralico associato alla disgiunzione dell’anello mitralico, la RMN cardiaca può presentare delle limitazioni se è presente fibrosi diffusa o ritmo cardiaco irregolare che possono influire su un’analisi completa e dettagliata. Per questo, il mappaggio elettroanatomico durante lo studio elettrofisiologico può offrire informazioni addizionali complementari che possono migliorare la stratificazione del rischio e il management clinico di questa patologia.