Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P100

LA COMUNICAZIONE IPNOTICA IN CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA: LA NOSTRA REALTÀ…

M. Benigni, M. Civalleri , S. Sartelli
OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA, OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA, OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA

Da circa due anni, presso il nostro laboratorio di emodinamica ed elettrofisiologia, dell'Ospedale San Paolo di Savona, abbiamo introdotto la pratica della comunicazione ipnotica.
L'obiettivo della comunicazione ipnotica è sostenere i pazienti durante gli interventi (elettrofisiologia in modo particolare ma anche in emodinamica) al quale devono sottoporsi: aiutarli a gestire paura, ansia, dolore e quando possibile, anche ad annullarli, riducendo comunque il ricorso all'utilizzo dei farmaci per raggiungere questo risultato.
La comunicazione ipnotica può coprire la fase del rilassamento e se necessario l'analgesia (che può interessare solo una zona del corpo o più zone).
In equipe, ad attuare questa pratica, siamo in quattro: due medici e due infermieri; abbiamo frequentato, con esito positivo, un corso di formazione in ipnosi clinica e comunicazione ipnotica, della durata di un anno, presso il CIICS (Centro italiano ipnosi clinico sperimentale) Istituto Franco Granone di Torino.
Il campo dove utilizziamo maggiormente la comunicazione ipnotica è l'elettrofisiologia: ablazioni da fibrillazione atriali, ablazioni da flutter atriale, TPSV, negli impianti di Pace Maker e ICD. In emodinamica nei pazienti con infarto miocardico acuto e FOP.
Risulta fondamentale effettuare sempre il contatto con il paziente e ancora più importante utilzzare tutti i canali rappresentazionali (ove è possibile): verbale, visivo e tattile per stimolare suggestioni di cambiamento del paziente.
Per fare ciò ogniuno di noi utilizza una propria scaletta che si modifica a secondo del tipo di intervento.
Solitamente quasi tutti i pazienti si approcciano alla procedura interventistica manifestando preoccupazione, paure e angoscie; al contrario, i pazienti trattati con approccio ipnotico, sono tranquilli, rilassati, non provano dolore.
Al loro rientro nel "QUI" il loro feedback si rassume in uno "sono stato bene e non mi sono accorto del tempo trascorso".Da circa due anni, presso il nostro laboratorio di emodinamica ed elettrofisiologia, dell'Ospedale San Paolo di Savona, abbiamo introdotto la pratica della comunicazione ipnotica.
L'obiettivo della comunicazione ipnotica è sostenere i pazienti durante gli interventi (elettrofisiologia in modo particolare ma anche in emodinamica) al quale devono sottoporsi: aiutarli a gestire paura, ansia, dolore e quando possibile, anche ad annullarli, riducendo comunque il ricorso all'utilizzo dei farmaci per raggiungere questo risultato.
La comunicazione ipnotica può coprire la fase del rilassamento e se necessario l'analgesia (che può interessare solo una zona del corpo o più zone).
In equipe, ad attuare questa pratica, siamo in quattro: due medici e due infermieri; abbiamo frequentato, con esito positivo, un corso di formazione in ipnosi clinica e comunicazione ipnotica, della durata di un anno, presso il CIICS (Centro italiano ipnosi clinico sperimentale) Istituto Franco Granone di Torino.
Il campo dove utilizziamo maggiormente la comunicazione ipnotica è l'elettrofisiologia: ablazioni da fibrillazione atriali, ablazioni da flutter atriale, TPSV, negli impianti di Pace Maker e ICD. In emodinamica nei pazienti con infarto miocardico acuto e FOP.
Risulta fondamentale effettuare sempre il contatto con il paziente e ancora più importante utilzzare tutti i canali rappresentazionali (ove è possibile): verbale, visivo e tattile per stimolare suggestioni di cambiamento del paziente.
Per fare ciò ogniuno di noi utilizza una propria scaletta che si modifica a secondo del tipo di intervento.
Solitamente quasi tutti i pazienti si approcciano alla procedura interventistica manifestando preoccupazione, paure e angoscie; al contrario, i pazienti trattati con approccio ipnotico, sono tranquilli, rilassati, non provano dolore.
Al loro rientro nel "QUI" il loro feedback si rassume in uno "sono stato bene e non mi sono accorto del tempo trascorso".Da circa due anni, presso il nostro laboratorio di emodinamica ed elettrofisiologia, dell'Ospedale San Paolo di Savona, abbiamo introdotto la pratica della comunicazione ipnotica.
L'obiettivo della comunicazione ipnotica è sostenere i pazienti durante gli interventi (elettrofisiologia in modo particolare ma anche in emodinamica) al quale devono sottoporsi: aiutarli a gestire paura, ansia, dolore e quando possibile, anche ad annullarli, riducendo comunque il ricorso all'utilizzo dei farmaci per raggiungere questo risultato.
La comunicazione ipnotica può coprire la fase del rilassamento e se necessario l'analgesia (che può interessare solo una zona del corpo o più zone).
In equipe, ad attuare questa pratica, siamo in quattro: due medici e due infermieri; abbiamo frequentato, con esito positivo, un corso di formazione in ipnosi clinica e comunicazione ipnotica, della durata di un anno, presso il CIICS (Centro italiano ipnosi clinico sperimentale) Istituto Franco Granone di Torino.
Il campo dove utilizziamo maggiormente la comunicazione ipnotica è l'elettrofisiologia: ablazioni da fibrillazione atriali, ablazioni da flutter atriale, TPSV, negli impianti di Pace Maker e ICD. In emodinamica nei pazienti con infarto miocardico acuto e FOP.
Risulta fondamentale effettuare sempre il contatto con il paziente e ancora più importante utilzzare tutti i canali rappresentazionali (ove è possibile): verbale, visivo e tattile per stimolare suggestioni di cambiamento del paziente.
Per fare ciò ogniuno di noi utilizza una propria scaletta che si modifica a secondo del tipo di intervento.
Solitamente quasi tutti i pazienti si approcciano alla procedura interventistica manifestando preoccupazione, paure e angoscie; al contrario, i pazienti trattati con approccio ipnotico, sono tranquilli, rilassati, non provano dolore.
Al loro rientro nel "QUI" il loro feedback si rassume in uno "sono stato bene e non mi sono accorto del tempo trascorso".Da circa due anni, presso il nostro laboratorio di emodinamica ed elettrofisiologia, dell'Ospedale San Paolo di Savona, abbiamo introdotto la pratica della comunicazione ipnotica.
L'obiettivo della comunicazione ipnotica è sostenere i pazienti durante gli interventi (elettrofisiologia in modo particolare ma anche in emodinamica) al quale devono sottoporsi: aiutarli a gestire paura, ansia, dolore e quando possibile, anche ad annullarli, riducendo comunque il ricorso all'utilizzo dei farmaci per raggiungere questo risultato.
La comunicazione ipnotica può coprire la fase del rilassamento e se necessario l'analgesia (che può interessare solo una zona del corpo o più zone).
In equipe, ad attuare questa pratica, siamo in quattro: due medici e due infermieri; abbiamo frequentato, con esito positivo, un corso di formazione in ipnosi clinica e comunicazione ipnotica, della durata di un anno, presso il CIICS (Centro italiano ipnosi clinico sperimentale) Istituto Franco Granone di Torino.
Il campo dove utilizziamo maggiormente la comunicazione ipnotica è l'elettrofisiologia: ablazioni da fibrillazione atriali, ablazioni da flutter atriale, TPSV, negli impianti di Pace Maker e ICD. In emodinamica nei pazienti con infarto miocardico acuto e FOP.
Risulta fondamentale effettuare sempre il contatto con il paziente e ancora più importante utilzzare tutti i canali rappresentazionali (ove è possibile): verbale, visivo e tattile per stimolare suggestioni di cambiamento del paziente.
Per fare ciò ogniuno di noi utilizza una propria scaletta che si modifica a secondo del tipo di intervento.
Solitamente quasi tutti i pazienti si approcciano alla procedura interventistica manifestando preoccupazione, paure e angoscie; al contrario, i pazienti trattati con approccio ipnotico, sono tranquilli, rilassati, non provano dolore.
Al loro rientro nel "QUI" il loro feedback si rassume in uno "sono stato bene e non mi sono accorto del tempo trascorso".Da circa due anni, presso il nostro laboratorio di emodinamica ed elettrofisiologia, dell'Ospedale San Paolo di Savona, abbiamo introdotto la pratica della comunicazione ipnotica.
L'obiettivo della comunicazione ipnotica è sostenere i pazienti durante gli interventi (elettrofisiologia in modo particolare ma anche in emodinamica) al quale devono sottoporsi: aiutarli a gestire paura, ansia, dolore e quando possibile, anche ad annullarli, riducendo comunque il ricorso all'utilizzo dei farmaci per raggiungere questo risultato.
La comunicazione ipnotica può coprire la fase del rilassamento e se necessario l'analgesia (che può interessare solo una zona del corpo o più zone).
In equipe, ad attuare questa pratica, siamo in quattro: due medici e due infermieri; abbiamo frequentato, con esito positivo, un corso di formazione in ipnosi clinica e comunicazione ipnotica, della durata di un anno, presso il CIICS (Centro italiano ipnosi clinico sperimentale) Istituto Franco Granone di Torino.
Il campo dove utilizziamo maggiormente la comunicazione ipnotica è l'elettrofisiologia: ablazioni da fibrillazione atriali, ablazioni da flutter atriale, TPSV, negli impianti di Pace Maker e ICD. In emodinamica nei pazienti con infarto miocardico acuto e FOP.
Risulta fondamentale effettuare sempre il contatto con il paziente e ancora più importante utilzzare tutti i canali rappresentazionali (ove è possibile): verbale, visivo e tattile per stimolare suggestioni di cambiamento del paziente.
Per fare ciò ogniuno di noi utilizza una propria scaletta che si modifica a secondo del tipo di intervento.
Solitamente quasi tutti i pazienti si approcciano alla procedura interventistica manifestando preoccupazione, paure e angoscie; al contrario, i pazienti trattati con approccio ipnotico, sono tranquilli, rilassati, non provano dolore.
Al loro rientro nel "QUI" il loro feedback si rassume in uno "sono stato bene e non mi sono accorto del tempo trascorso".Da circa due anni, presso il nostro laboratorio di emodinamica ed elettrofisiologia, dell'Ospedale San Paolo di Savona, abbiamo introdotto la pratica della comunicazione ipnotica.
L'obiettivo della comunicazione ipnotica è sostenere i pazienti durante gli interventi (elettrofisiologia in modo particolare ma anche in emodinamica) al quale devono sottoporsi: aiutarli a gestire paura, ansia, dolore e quando possibile, anche ad annullarli, riducendo comunque il ricorso all'utilizzo dei farmaci per raggiungere questo risultato.
La comunicazione ipnotica può coprire la fase del rilassamento e se necessario l'analgesia (che può interessare solo una zona del corpo o più zone).
In equipe, ad attuare questa pratica, siamo in quattro: due medici e due infermieri; abbiamo frequentato, con esito positivo, un corso di formazione in ipnosi clinica e comunicazione ipnotica, della durata di un anno, presso il CIICS (Centro italiano ipnosi clinico sperimentale) Istituto Franco Granone di Torino.
Il campo dove utilizziamo maggiormente la comunicazione ipnotica è l'elettrofisiologia: ablazioni da fibrillazione atriali, ablazioni da flutter atriale, TPSV, negli impianti di Pace Maker e ICD. In emodinamica nei pazienti con infarto miocardico acuto e FOP.
Risulta fondamentale effettuare sempre il contatto con il paziente e ancora più importante utilzzare tutti i canali rappresentazionali (ove è possibile): verbale, visivo e tattile per stimolare suggestioni di cambiamento del paziente.
Per fare ciò ogniuno di noi utilizza una propria scaletta che si modifica a secondo del tipo di intervento.
Solitamente quasi tutti i pazienti si approcciano alla procedura interventistica manifestando preoccupazione, paure e angoscie; al contrario, i pazienti trattati con approccio ipnotico, sono tranquilli, rilassati, non provano dolore.
Al loro rientro nel "QUI" il loro feedback si rassume in uno "sono stato bene e non mi sono accorto del tempo trascorso".