Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

C88

EFFETTO DELL'INFEZIONE DA SARS-COV2 SULLA SINDROME CORONARICA ACUTA: STUDIO RETROSPETTIVO OSSERVAZIONALE MONOCENTRICO

G. J. Cassani, A. L. Vecchi, G. Perletti, D. P. Roberto, B. Castiglioni
DIPARTIMENTO DI MEDICINA E CHIRURGIA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL'INSUBRIA, VARESE, ITALIA, DIPARTIMENTO CARDIO-TORACO-VASCOLARE, ASST-SETTELAGHI, VARESE, ITALIA, DIPARTIMENTO DI BIOTECNOLOGIE E SCIENZE DELLA VITA, SEZIONE DI SCIENZE MEDICHE E CHIRURGICHE, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL'INSUBRIA, VARESE, ITALIA, DIPARTIMENTO DI MEDICINA E CHIRURGIA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL'INSUBRIA, VARESE, ITALIA, DIPARTIMENTO CARDIO-TORACO-VASCOLARE, ASST-SETTELAGHI, VARESE, ITALIA

INTRODUZIONE: Nel nord Italia la seconda ondata di infezione da COVID-19 ha registrato la maggior incidenza di contagi mai registrata, con un totale nella sola regione Lombardia di 43.318 positivi e 16.710 decessi nel semestre compreso tra ottobre 2020 e aprile 2021. È noto l’impatto prognostico negativo dell’infezione virale sulla sindrome coronarica acuta (SCA), motivato sia da motivi clinici che gestionali. L’obiettivo di questo studio è analizzare le conseguenze dell’infezione da SARS-CoV2 in pazienti con concomitante SCA nel peggior periodo pandemico mai registrato in nord Italia. MATERIALI E METODI: Lo studio ha arruolato 255 pazienti consecutivi con diagnosi di SCA (STEMI o NSTEMI), provenienti sia da presidi spoke che afferenti al hub, da ottobre 2020 ad aprile 2021. Sono stati confrontati due sottogruppi, uno positivo ad almeno un tampone molecolare per SARS-CoV2 (sia all’ingresso che durante la degenza) e uno negativo. Sono stati analizzati dati anagrafici, i fattori di rischio (FDR), le comorbilità, la presentazione clinica e laboratoristica, i tempi di riperfusione, la terapia farmacologica prescritta, le complicanze e la mortalità intraospedaliere. RISULTATI: Le caratteristiche dei pazienti sono riportate nelle immagini. Non si rilevano differenze anamnestiche, di FDR e comorbilità nei sottogruppi. Alla presentazione, l’incidenza di edema polmonare acuto (EPA) e dispnea è significativamente maggiore nel campione SARS-CoV2 positivo, rispettivamente del 14% (P=0.005) e del 18% (P=0.017). Non si rilevano differenze nei ritardi di presentazione e nei tempi di rivascolarizzazione coronarica. L’incidenza di tutte le complicanze intraospedaliere considerate è nettamente incrementata nei pazienti SARS-CoV2 positivi. Rispetto ai pazienti negativi, i soggetti SARS-CoV2 positivi hanno mostrato tassi più elevati di mortalità (18% Vs. 4%, P=0.017), incidenze più elevate di insufficienza renale acuta (IRA) (18% Vs. 5% P=0.037) e shock cardiogeno (14% Vs. 3% P=0.033), e un maggiore ricorso alla terapia inotropa (23%Vs. 10%, P=0.009). CONLUSIONE: Lo studio conferma l’impatto prognostico negativo dell’infezione da COVID-19 nel paziente con SCA per tutte le complicanze considerate, sia post-infartuali che strettamente legate alla polmonite interstiziale. I pazienti positivi per SARS-CoV2 presentano un rischio di mortalità intraospedaliera quadruplicato, incidenza di EPA e dispnea all’esordio più elevata e maggior tendenza a sviluppare shock cardiogeno e IRA.