Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

C62

STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO DI EVENTI AVVERSI NEI PAZIENTI CON MIOCARDITE: RUOLO DELL'IMAGING CARDIOVASCOLARE

D. Di Lisi, C. Madaudo, M. G. Carmina, G. Di Gesaro, D. Scelfo, T. Guarino, G. D'Ardia, M. C. Vizzini, F. Clemenza, A. R. Galassi, G. Novo
U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA VILLA SOFIA CERVELLO, PALERMO, ISMETT PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO, ISMETT PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO, U.O.C CARDIOLOGIA POLICLINICO “P. GIACCONE” PALERMO

Introduzione: La valutazione della prognosi a lungo termine nei pazienti con miocardite rimane una sfida per il cardiologo clinico.  Obiettivi: Lo scopo di questo studio è stato analizzare gli outcomes di pazienti affetti da miocardite acuta, attraverso l’integrazione multiparametrica di dati clinici, laboratoristici, elettrocardiografici e dell’imaging non invasivo (ecocardiografia e risonanza magnetica). Materiali e Metodi: studio retrospettivo condotto arruolando 127 pazienti con miocardite acuta in un periodo compreso da luglio 2011 a maggio 2021 in tre diversi centri.  E’ stata valutata la presenza e l’estensione di edema e delayed enhancement (DE) alla RMN, il GLS all'ecocardiogramma. I pazienti sono stati classificati in pazienti a rischio alto, intermedio e  basso secondo la classificazione del gruppo di Trieste. È  stata valutata l’incidenza di eventi avversi durante il follow-up (durata media di 3 anni) nei tre diversi gruppi. Risultati: 17 pazienti sono stati classificati ad alto rischio, 71 a rischio intermedio, 39 a rischio basso. I pazienti ad alto rischio presentavano una maggiore frequenza di eventi avversi (66.7%) rispetto al rischio intermedio (14%) e basso (16%) p<0,0001. Al basale la FE era pari a 34,02±12,98% per i pazienti ad alto rischio vs 59,24±3,82% rischio basso vs 58,41±5,21% rischio intermedio (p< 0,0001). Il GLS medio era pari a -16±4,43 per i pazienti ad alto rischio vs -19±2,37 rischio basso vs -18±2,06 rischio intermedio (p=0,0271). 7 pazienti (78%) con rischio alto, 28 pazienti (72%) con rischio basso e 53 pazienti (75%) con rischio intermedio presentavano edema alla RMN basale (p 0,0249). 9 pazienti (90%) con rischio alto, 33 pazienti (85%) con rischio basso e 69 pazienti (97%) con rischio intermedio presentavano DE alla RMN basale (p < 0,0001). Nei pazienti a rischio intermedio è stato osservato un’associazione tra il numero di segmenti interessati da DE alla RMN basale e l’insorgenza di eventi (p=0,013). Il numero di segmenti coinvolti da DE che, con la migliore sensibilità e specificità, identificava i soggetti con maggiore probabilità di sviluppare eventi era pari a 2,5 (AUC 0,5; IC (0,4167–0,7536); p=0,2398). La somma dei segmenti coinvolti da DE alla RMN basale è statisticamente correlata ad un GLS medio ridotto (p=0,009).  Conclusioni: Nei pazienti a rischio intermedio l’estensione del DE basale è risultato il maggiore predittore di eventi al follow up. DE e GLS aiutano nella stratificazione del rischio.