Background. La frequenza cardiaca impatta sulla prognosi di pazienti con malattie cardiovascolari. Lo scopo dello studio era di valutare l'impatto della frequenza cardiaca alla dimissione in pazienti con SCA e/o rivascolarizzazione coronarica al follow-up a lungo termine.
Metodi. Si tratta di una sottoanalisi dello studio PONTE SCA. Lo studio PONTE SCA è uno studio prospettico, longitudinale, di coorte che ha arruolato pazienti dimessi da centri HUB della ASL BARI dopo rivascolarizzazione coronarica e/o SCA. I pazienti sono stati sottoposti a valutazione clinica a 30 gg, 3-, 6- e 12 mesi. I dati sono stati raccolti dopo l'inserimento in cartella clinica elettronica propria dello studio. I parametri antropometrici, clinici e farmacologici, strumentali e laboratoristci sono stati inclusi. I dati sono stati computati al fine di rilevare i maggiori determinanti di tutte le cause di mortalità a 1 anno di follow-up.
Risultati. Sono stati arruolati 2476 pazienti (77.4% maschi, età media: 67.2±12.0 anni). I trattamenti farmacologici sono stati ottimizzati durante le visite di follow-up. La frequenza cardiaca alla dimissione era 65.5 ± 11.3 bpm. All'analisi univariata di regressione, età, pressione arteriosa sistolica e diastolica, body mass index, abitudine tabagica, diabete, ipertensione, lipoproteine ad alta densità e colesterolo totale, creatinina, emoglobina, glicemia a digiuno, frazione di eiezione ventricolare sinistra, frequenza cardiaca, uso di ACEi/sartani, statine, duplice/triplice terapia antitrombotica erano tutte correlate a tutte le cause di mortalità. Tuttavia, all'analisi multivariata di Cox, l'età (β coefficient: 0.07117 ± 0.01942, p=0.0002), storia di ipertensione (1.4823 ± 0.7476, p= 0.0474), e frequenza cardiaca (0.04409 ± 0.01278, p=0.0006) rimanevano tutte correlate all'endpoint primario.
Conclusioni. La frequenza cardiaca si è confermata predittore a lungo termine di tutte le cause di mortalità in pazienti con SCA.