Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

C56

IMPATTO DELLA TERAPIA STATINICA SULLA PROGNOSI DI PAZIENTI DIMESSI DOPO SINDROME CORONARICA ACUTA: UNA SOTTOANALISI DELLO STUDIO PONTE-SCA

P. Basso, N. Locuratolo, F. Carrata, D. De Laura, D. Cavallari, S. Rutigliano, F. Trotta, M. Basile, P. Scicchitano, I. Nalin, C. Paolillo, P. Caldarola

Background. La somministrazione di statine in pazienti dimessi dopo sindrome coronarica acuta (SCA) è fondamentale al fine di evitare recidive di eventi cardiovascolari avversi. L'aderenza e la persistenza alla terapia con statine sono ardue. Lo scopo dello studio era di valutare l'impatto prognostico di un dedicato programma di follow-up ambulatoriale di pazienti dimessi dopo SCA sull'aderenza e persistenza alla terapia con statine.

Metodi. Si tratta di una sottoanalisi dello studio PONTE SCA. Lo studio PONTE SCA è uno studio prospettico, longitudinale, di coorte che ha arruolato pazienti dimessi da centri HUB della ASL BARI dopo rivascolarizzazione coronarica e/o SCA. I pazienti sono stati sottoposti a valutazione clinica a 30 gg, 3-, 6- e 12 mesi. I dati sono stati raccolti dopo l'inserimento in cartella clinica elettronica propria dello studio. I parametri antropometrici, clinici e farmacologici, strumentali e laboratoristci sono stati inclusi. I seguenti endpoint sono stati considerati: morte da tutte le cause, recidiva di SCA/ischemia cardiaca/angina, restenosi/trombosi intrastent, stroke/attacco ischemico transitorio cerebrale (TIA), scompenso cardiaco, sanguinamenti da tutte le cause.

Risultati. Abbiamo arruolato 2476 pazienti (età media: 67.2±12.0 anni). Ad 1 anno di follow-up è stata raggiunta una terapia ottimale nella maggior parte dei pazienti: 84.1% era con beta-bloccanti; 63.1% era con ACEi/sartani, 92.1% era in duplice terapia antiaggregante; 99.5% in statine, 16.1% in ezetimibe e 9.9% in terapia con inibitori PCSK9. All'analisi multivariata, la frequenza cardiaca, i valori basali di creatinina e la terapia statinica erano predittori indipendenti dell'endpoint composito morte da tutte le cause, recidiva di SCA/ischemia cardiaca/angina, restenosi/trombosi intrastent, mentre la frequenza cardiaca e la terapia con statine rimanevano predittori dell'endpoint composito di morte da tutte le cause, recidiva di SCA/ischemia cardiaca/angina, restenosi/trombosi intrastent, stroke/TIA, scompenso cardiaco (figura 1).

Conclusioni. La terapia con statine ha confermato il suo ruolo terapeutico nei protocolli di prevenzione secondaria cardiovascolare. La necessità di continuare la terapia con statine a lungo termine dopo una SCA è fondamentale al fine di migliorare la prognosi dei pazienti.