Introduzione
Il danno miocardico può verificarsi in pazienti con malattia da coronavirus (COVID)-19. La risonanza magnetica cardiaca (RMC) fornisce informazioni sui parametri cardiaci funzionali e morfologici, così come sulla caratterizzazione del tessuto miocardico. Attualmente, ci sono pochi dati sugli esiti cardiaci tardivi nei pazienti positivi a COVID-19.
Scopo dello Studio
Valutare i parametri funzionali, morfologici ed eventuali lesioni del tessuto miocardico in pazienti positivi al COVID-19
Metodi
55 pazienti (età 50±16 anni, donne n=17) positivi a COVID-19, senza una storia pregressa di malattia cardiaca sono stati arruolati nello studio. Di questi, 35 sono stati ricoverati. L'intervallo di tempo tra la diagnosi di COVID-19 e la CMR è stato di 18±28 giorni. La funzione cardiaca e la caratterizzazione del tessuto miocardico sono state valutate con le attuali tecniche RMC. In particolare, è stata valutata la presenza di late gadolinium enhancement (LGE), come segno di esiti di miocardite.
Risultati
LGE era presente in 19 pazienti (34,5%). In tutti i casi, LGE era localizzato a livello della parete laterale del ventricolo sinistro all'interno del miocardio o a livello subepicardico (modello non ischemico). La frazione di eiezione del ventricolo sinistro e destro (VS, VD) è risultata nei limiti (media±SD 65±5% e 65±7%, rispettivamente), così come i volumi (volumi telediastolico e telesistolico VS 71±15 e 27±8 ml/m2 volumi telediastolico e telesistolico VD 72±15 e 25±9 ml/m2). In un caso, LGE è stato associato ad ipocinesia della segmento miocardico corrispondente. Tra i pazienti ricoverati, i seguenti fattori sono stati associati alla presenza di LGE: posizione prona durante la ventilazione assistita e durata dell’ospedalizzazione. LGE era presente nel 67% dei pazienti messi in posizione prona, contro il 33% dei pazienti non proni (p=0,009 test esatto di Fisher). La durata dell'ospedalizzazione è stata rispettivamente di 9±5 e 16±7 nei pazienti con LGE (p = 0,007)
Conclusioni
LGE, come segno di esito di miocardite, è presente in un numero consistente di pazienti positivi al COVID-19, ma non è associato a dilatazione o disfunzione globale e regionale del ventricolo sinistro. LGE è presente soprattutto nei pazienti con un quadro clinico più severo di COVID-19.Introduzione
Il danno miocardico può verificarsi in pazienti con malattia da coronavirus (COVID)-19. La risonanza magnetica cardiaca (RMC) fornisce informazioni sui parametri cardiaci funzionali e morfologici, così come sulla caratterizzazione del tessuto miocardico. Attualmente, ci sono pochi dati sugli esiti cardiaci tardivi nei pazienti positivi a COVID-19.
Scopo dello Studio
Valutare i parametri funzionali, morfologici ed eventuali lesioni del tessuto miocardico in pazienti positivi al COVID-19
Metodi
55 pazienti (età 50±16 anni, donne n=17) positivi a COVID-19, senza una storia pregressa di malattia cardiaca sono stati arruolati nello studio. Di questi, 35 sono stati ricoverati. L'intervallo di tempo tra la diagnosi di COVID-19 e la CMR è stato di 18±28 giorni. La funzione cardiaca e la caratterizzazione del tessuto miocardico sono state valutate con le attuali tecniche RMC. In particolare, è stata valutata la presenza di late gadolinium enhancement (LGE), come segno di esiti di miocardite.
Risultati
LGE era presente in 19 pazienti (34,5%). In tutti i casi, LGE era localizzato a livello della parete laterale del ventricolo sinistro all'interno del miocardio o a livello subepicardico (modello non ischemico). La frazione di eiezione del ventricolo sinistro e destro (VS, VD) è risultata nei limiti (media±SD 65±5% e 65±7%, rispettivamente), così come i volumi (volumi telediastolico e telesistolico VS 71±15 e 27±8 ml/m2 volumi telediastolico e telesistolico VD 72±15 e 25±9 ml/m2). In un caso, LGE è stato associato ad ipocinesia della segmento miocardico corrispondente. Tra i pazienti ricoverati, i seguenti fattori sono stati associati alla presenza di LGE: posizione prona durante la ventilazione assistita e durata dell’ospedalizzazione. LGE era presente nel 67% dei pazienti messi in posizione prona, contro il 33% dei pazienti non proni (p=0,009 test esatto di Fisher). La durata dell'ospedalizzazione è stata rispettivamente di 9±5 e 16±7 nei pazienti con LGE (p = 0,007)
Conclusioni
LGE, come segno di esito di miocardite, è presente in un numero consistente di pazienti positivi al COVID-19, ma non è associato a dilatazione o disfunzione globale e regionale del ventricolo sinistro. LGE è presente soprattutto nei pazienti con un quadro clinico più severo di COVID-19.