Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

C33

CHIUSURA PERCUTANEA DI LEAK PERIVALVOLARE MITRALICO: QUANDO L'INVERSIONE FA LA DIFFERENZA.

F. Manca, D. Cocco, P. Siotto, M. Melis, G. S. Fele, M. Corda, B. Loi
POLICLINICO UNIVERSITARIO DI MONSERRATO, ARNAS G.BROTZU, ARNAS G.BROTZU, ARNAS G.BROTZU, ARNAS G.BROTZU, ARNAS G.BROTZU, ARNAS G.BROTZU

Il leak paravalvolare (PVL) è una complicanza associata all’impianto di una valvola protesica. Poiché il reintervento ha un rischio operatorio elevato, la chiusura percutanea si è imposta per la minore invasività e lo sviluppo di materiali dedicati. Descriviamo il caso di un uomo di 66 anni, portatore di protesi mitralica meccanica a disco oscillante ricoverato per scompenso acuto. Un ecocardiogramma mostrava un ventricolo sinistro con normale cinetica ed un PVL postero-mediale determinante un rigurgito significativo. Un eco transesofageo confermava il PVL a ore 5 in visione chirurgica con rigurgito severo. Dopo ottimizzazione della terapia medica e con reperti eco invariati, un cateterismo cardiaco mostrava persistenza di ipertensione polmonare post-capillare per cui si programmava la chiusura percutanea del PVL. Data la localizzazione postero-mediale del PVL si procedeva con puntura transettale avanzando un catetere Agilis 8.5 fr. (Terumo) con uso telescopico di un catetere 6 r. JR4. Si attraversava il PVL con guida Terumo 0.035 J-shaped senza riuscire però ad avanzare il catetere portante oltre il leak. Si avanzava quindi la guida in aorta addominale e si realizzava un circuito artero-venoso, riuscendo ad avanzare il catetere oltre il PVL e posizionando per via anterograda un device di chiusura (AVPIII 14/5,Abbott St.Jude), con disco distale sul versante ventricolare. Si osservava l’obliterazione del PVL, interferenza col disco protesico ed elevati gradienti transprotesici nonostante numerosi tentativi di ricollocazione dell’AVP, che veniva quindi rimosso. Si procedeva a distanza con una seconda procedura, creando un analogo circuito arterovenoso, con l’utilizzo con direzione opposta di un introduttore lungo (110cm-Cook) avanzato da arteria femorale oltre il leak. Si posizionava, questa volta per via retrograda,  un AVPIII (12/5) con disco distale sul versante atriale con efficace chiusura del PVL e minimo rigurgito residuo, senza interferenza con la protesi. Il decorso era privo di complicanze; dopo un mese l’eco confermava il risultato. La chiusura transcatetere dei PVL  è una procedura complessa, ma relativamente sicura in mani esperte. Il caso è di particolare interesse per la difficoltà data dalla localizzazione del PVL, che ha richiesto accorgimenti di elevata complessità tecnica, e perché descrive una possibile complicanze della procedura, risolta con  il semplice posizionamento ribaltato del device.