Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

C27

IMPIEGO DI SHOCKWAVE DIFFERITO IN UN CASO DI STEMI INFERIORE

L. Priolo, S. Ferrarello, D. Buccheri, R. Lombardo, D. Vinci
ASP TRAPANI, P.O. SANT'ANTONIO ABATE DI TRAPANI, ASP TRAPANI, P.O. SANT'ANTONIO ABATE DI TRAPANI, ASP TRAPANI, P.O. SANT'ANTONIO ABATE DI TRAPANI, ASP TRAPANI, P.O. SANT'ANTONIO ABATE DI TRAPANI, ASP TRAPANI, P.O. SANT'ANTONIO ABATE DI TRAPANI

Si presenta il caso di una paziente ammessa in sala di Emodinamica per un quadro clinico di STEMI inferiore con lesione severamente calcifica su coronaria destra prossimale, sottoposta a PCI primaria efficace nel ricanalizzare l'arteria ma con incompleta espansione dello stent; in seduta differita l'impiego di shockwave ("intravascular lithotripsy") permette il trattamento della lesione calcifica e l'adeguata espansione dello stent. Donna di anni 62, affetta da ipertensione arteriosa ed ipercolesterolemia, fumatrice. Non precedenti cardiologici di rilievo; storia di pregresso attacco ischemico cerebrale transitorio. Si presenta alla nostra osservazione per STEMI inferiore, in urgenza sottoposta a coronarografia, eseguita da arteria radiale destra. Si evidenzia diffusa ateromasia calcifica, con occlusione trombotica acuta dell’arteria coronaria destra al tratto prossimale. Si procede a PCI primaria sulla coronaria destra.  L’occlusione trombotica è agevolmente superata da una guida “floppy”, successivo impianto diretto di uno stent DES 3,0/24 mm. L’espansione dello stent non è ottimale, residuando una sottoespansione nel suo tratto medio, dove all’angiografia sono più marcate le calcificazioni. Si procede pertanto alla post-dilatazione dello stent. Si impiegano molteplici palloni non complianti (3,0/12 mm; 3,0/8 mm; 3,0/6 mm; 3,25/12 mm), dilatati ad alte pressioni (prossime alle pressioni di rottura ed oltre, con rottura inoltre di uno dei palloni non complianti), inefficaci comunque alla espansione completa dello stent. La procedura è complicata da un episodio di fibrillazione ventricolare, prontamente risolta da defibrillazione. Nonostante la non totale espansione dello stent, con la ricanalizzazione del vaso (con flusso TIMI 3), si ottiene la risoluzione del sopraslivellamento del tratto ST e la quasi regressione sintomatologica. Non avendo a disposizione ulteriori dispositivi, si termina la procedura, accompagnando la paziente in UTIC. Si programma una seconda procedura con impiego di Shockwave per la dilatazione dello stent. La seconda procedura è nuovamente condotta da arteria radiale destra. Si impiega dapprima il pallone Shockwave 2,5/12 mm, per un totale di 8 trattamenti. Si procede quindi all’impiego di un secondo pallone Shockwave 3.0/12 mm, efficace al settimo trattamento nella espansione completa dello stent. Si ottiene un buon risultato angiografico finale, complessivamente con una procedura ben tollerata e paziente asintomatica.