Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

C12

DISSEZIONE CORONARICA SPONTANEA E ARRESTO CARDIACO: ICD SEMPRE O IN CASI SELEZIONATI?

Background L'arresto cardiaco secondario a dissezione coronarica spontanea (SCAD) rappresenta una condizione rara e molto pericolosa.

Metodi Nel nostro registro osservazionale abbiamo analizzato i dati clinici di quattro pazienti donne ricoverate per arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare secondario a SCAD negli ultimi due anni presso il reparto di Cardiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e rianimate con successo (tabella 1).

Risultati Delle 4 pazienti, tre sono sopravvissute alla fase acuta. Una paziente è stata sottoposta ad impianto di defibrillatore impiantabile sottocutaneo (S-ICD) poiché considerata ad alto rischio di recidiva, ma la prevenzione secondaria dell’arresto cardiaco all’esordio di SCAD non è chiaramente definita.

Nella nostra serie di casi emerge chiaramente l'importanza delle manovre di rianimazione di base e della defibrillazione precoce e abbiamo voluto inoltre proporre un diagramma di flusso di gestione dell'arresto cardiaco nel paziente con sospetto di SCAD (Figura 2 A). 

Valutazione del rischio di recidiva SCAD e morte cardiaca improvvisa Nei pazienti con SCAD-MI sono descritte in letteratura più frequentemente aritmie ventricolare e morte cardiaca improvvisa rispetto ai pazienti con MI non-SCAD. Tuttavia il rapporto rischio-beneficio dell'impianto di ICD in questi pazienti rimane incerto. La valutazione dell’estensione della cicatrice con cardioRMN  è uno degli elementi più importanti per la stratificazione del rischio aritmico globale: infatti una cicatrice miocardica estesa con LVEF residua ridotta è associata ad un aumento significativo del rischio di futuri eventi aritmici (Figura 2 B). Nella nostra serie, solo una paziente è stata sottoposta ad impianto di S-ICD, e la decisione è stata guidata principalmente dalla presenza di coronaropatia multivasale, predittiva potenzialmente di maggior rischio di recidiva. In questo gruppo di pazienti, proponiamo un algoritmo che combina fattori predisponenti e misure di quantificazione del danno miocardico (Figura 2 B) che potrebbe essere utile per la stima del rischio di aritmie maligne, così come il rischio di recidiva di SCAD.

Tale algoritmo dovrebbe essere convalidato in studi di casi più grandi.   

Conclusioni Per la gestione post-acuta dell'arresto cardiaco secondario a SCAD il danno miocardico residuo, i fattori predisponenti e quelli precipitanti possono essere valutati per stimare i rischi di recidiva di SCAD e di morte cardiaca improvvisa.