Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

C74

ESCALATION E DE-ESCALATION DEI SUPPORTI DI CIRCOLO MECCANICI IN UN PAZIENTE CON SHOCK CARDIOGENO DA STORM ARITMICO

C. Sorini Dini, M. Maccherini, S. Bernazzali, F. M. Righini , G. Biagioni , S. Valente
AOU SENESE, AOU SENESE, AOU SENESE, AOU SENESE, AOU SENESE, AOU SENESE

Descriviamo il caso di un uomo di 63 anni con nota cardiomiopatia dilatativa a coronarie indenni con FE 20% ed insufficienza mitralica severa.Nel tempo progressivo peggioramento dello stato funzionale (VO2 di picco 11 ml/Kg/min, NYHA III) con comparsa di episodi di TV interrotti dall’ ICD bicamerale, per cui il paziente veniva riferito al nostro centro ed inserito in lista trapianto di cuore. Nei mesi successivi recidiva di TVS, emodinamicamente significativi e peggioramento in classe INTERMCAS 2.Il pz veniva sottoposto ad ablazione di TV endocardica ed epicardica, complicata da insorgenza di uno storm elettrico con deterioramento verso lo shock cardiogeno (INTERMACS 1) e necessità di ventilazione meccanica, supporto ino-vasopressorio e con ECMO-VA femoro-femorale.Il pz veniva centralizzato presso la nostra UTIC, dove manteneva una PAM di 65 mmHg,SvcO2 50% e diuresi attiva ma all’ ecocg vi erano segni di insufficiente unloading del Vsx, al torace congestione diffusa, incremento dei lattati (5 mmol/l) e peggioravano i valori di funzione renale ed epatica (creat 2 mg/dl e bil 2.8 mg/dl). Il giorno seguente l’Heart Team eseguiva una escalation di supporto di circolo meccanico (MCS) posizionando una cannula di venting trans-apicale e una cannula arteriosa in ascellare destra per favorire l’unloading.Il quadro emodinamico e respiratorio miglioravano,il cateterismo dx confermava un buon funzionamento del Vdx con resistenze polmonari adeguate, lo stato neurologico appariva integro, pertanto il pz veniva inserito in lista trapianto come urgenza di tipo 1. Si procedeva ad una de-escalation di MCS rimuovendo la cannula venosa femorale e l’ossigenatore, trasformando così l’ECMO in un VAD para-corporeo a medio termine, bridge al trapianto. Il pz si manteneva cosciente, in respiro spontaneo, si nutriva spontaneamente ed eseguiva fisioterapia. La de-escalation di MCS ha consentito di ridurre le invasività ed il rischio infettivo e di recuperare trofismo muscolare per affrontare al meglio il trapianto cardiaco che è avvenuto dopo 36 giorni.Il decorso post-trapianto è stato privo di complicanze significative. CONCLUSIONI: I MCS sono device che necessitano di essere rivalutati e modulati nel tempo per garantire nelle fasi più acute un’ottimizzazione del supporto emodinamico, perfusione degli organi vitali e unloading del Vsx e successivamente consentire un adeguamento alle strategie a lungo termine (bridge to recovery, bridge to VAD, bridge to heart transplantation).