Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P381

UN DIFFICILE IMPIANTO DI PACEMAKER IN PRESENZA DI UN GIGANTESCO ANEURISMA CORONARICO DESTRO CHE COMPRIME L'ATRIO DESTRO

S. MaffÈ, P. Paffoni, L. Bergamasco, E. Facchini, E. Prenna, G. Careri, N. Franchetti Pardo, A. M. Paino, P. Dellavesa
DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA, DIVISIONE DI CARDIOLOGIA

L'aneurisma gigante dell'arteria coronaria è una malattia rara, trattata con intervento chirurgico o embolizzazione percutanea. Un aneurisma trombizzato può causare compressione estrinseca sulle camere cardiache, con potenziali effetti emodinamici e con problemi se necessario impiantare un device cardiaco. Presentiamo un paziente di 85aa, con nel 1995 un infarto miocardico e duplice bypass coronarico. Nel 2013 ricovero per scompenso cardiaco e insufficienza mitralica grave, con indicazione cardiochirurgica. La coronarografia preoperatoria ha rivelato un aneurisma gigante della coronaria destra (65x75mm). L'aneurisma era parzialmente trombizzato e a stretto contatto con la parete sternale posteriore; si è deciso di trattarlo mediante embolizzazione al fine di evitare danni durante le fasi iniziali della cardiochirurgia (sternotomia e isolamento del pericardio). Successivamente è stata eseguita, senza complicazioni, la sostituzione della valvola mitrale con una bioprotesi. Nel 2019 una TAC torace, a paziente asintomatico, mostrava un ingrossamento dell'aneurisma coronarico (85x90mm), completamente trombizzato, comprimente l'atrio destro, per cui si è scelto un approccio conservativo. Il paziente è stato ricoverato nel maggio 2021 in seguito a 3 sincopi, con trauma cranico. L'ECG mostra ritmo sinusale con blocco AV di primo grado e BBS. La TC torace ha confermato l'aneurisma, invariato rispetto al 2019 (Fig 1). L'ecocardiografia transtoracica e transesofagea ha confermato la compressione della massa sull'atrio destro, ridotto a una cavità molto piccola (Fig 2). Un eco-stress dobutamina, eseguito per valutare un possibile effetto emodinamico della compressione atriale, non ha mostrato modifiche nel riempimento ventricolare diastolico, aritmie, cali pressori o sintomi significativi. Sulla base di queste valutazioni, delle sincopi e alterazioni ECG, abbiamo impiantato un pacemaker ventricolare VVIR. La procedura è stata ostacolata dalla difficoltà di far passare l'elettrocatetere attraverso l'atrio destro compresso per raggiungere il piano tricuspidale e quindi il ventricolo destro; solo dopo numerosi tentativi, e con l'ausilio della simultanea guida ecocardiografica e fluoroscopica, è stato possibile portare a termine la procedura senza complicazioni (Fig 3). Questo caso dimostra l'utilità dell'ecocardiogramma, in particolari contesti, nelle procedure di elettrostimolazione cardiaca.