Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

CONGRESS ABSTRACT

CONGRESS ABSTRACT

P258

LO SCOMPENSO CARDIACO CON FRAZIONE DI EIEZIONE PRESERVATA IN PAZIENTI OSPEDALIZZATI PER FIBRILLAZIONE ATRIALE PAROSSISTICA. PUO' PEGGIORARE IL DECORSO CLINICO?

N. Tufano
AZIENDA OSPEDALIERA S. MARIA DELLA MISERICORDIA, SORRENTO

Introduzione: Tra i pazienti ricoverati in ospedale per scompenso cardiaco, la prevalenza di insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF) è in progressivo aumento. La fibrillazione atriale (FA) può portare al peggioramento della funzione cardiaca e ai sintomi dell'insufficienza cardiaca. Lo scopo di questa osservazione è stata di valutare le differenze sul decorso e sui risultati clinici nei pazienti ricoverati in ospedale per un episodio di FA parossistica e una preesistente HFpEF, rispetto a quelli con FA parossistica senza insufficienza cardiaca.

 

Metodi: Sono stati valutati retrospettivamente 126 pazienti ricoverati consecutivamente nella nostra Unità di Cardiologia da gennaio 2017 a dicembre 2020 per FA parossistica. Di questi, 67 si sono presentati senza insufficienza cardiaca, 59 con una HFpEF precedentemente nota. Per ciascun paziente sono state raccolte le caratteristiche demografiche e cliniche, le comorbilità, i dati strumentali e gli esiti clinici (percentuale di aritmia cardiovertita, durata del ricovero). Per esaminare la relazione tra le caratteristiche dei pazienti e gli esiti clinici, sono stati eseguiti il ??test di Student o il test del chi-quadrato.

 

Risultati: i pazienti con FA e HFpEF erano significativamente più anziani (76,7 vs 72,9 a.) e presentavano più comorbidità (in media 4 vs 3 morbilità) rispetto ai pazienti con FA senza scompenso. Il ricovero è stato significativamente più lungo (in media 6 vs 5 giorni) per il gruppo HFpEF rispetto al gruppo di pazienti senza scompenso. La percentuale di FA cardiovertita è stata significativamente più bassa nel gruppo HFpEF (66,2%) rispetto a quello senza scompenso (86,6%). L'età è risultata significativamente correlata alla durata dell'ospedalizzazione nei pazienti con scompenso, ma non nei pazienti senza scompenso. Invece la comorbilità non è stata correlata ai giorni di ricovero nei pazienti con scompenso, mentre è stata significativamente correlata nei pazienti senza scompenso. Infine, la percentuale di aritmia cardiovertita è stata correlata al numero di comorbidità, sia nei pazienti con scompenso sia in quelli senza scompenso

 

Conclusioni: i nostri pazienti ricoverati per una FA di nuova insorgenza e HFpEF nota presentavano esiti clinici peggiori rispetto ai pazienti con FA senza scompenso. Questi esiti peggiori sembrano almeno in parte essere correlati alle differenze di età tra i due gruppi.